Pare proprio che io debba prender marito!
Il Consiglio è stato chiarissimo: "Maestà, siamo l'unico Reame conosciuto senza un Principe consorte. Scelga chi vuole, ma infine scelga!"
Uh, che noiosi. Comunque, non sia mai detto che io deluda il mio Popolo. Come sempre, mi sono applicata con ordine e razionalità.
Primo: ho passato con risolutezza a rassegna il catalogo dei Principi ancora liberi e la scelta è caduta sul migliore, ovviamente: Sigismondo Beovulfo delle Cinque Colline. Sì lo so: i reali all'anagrafe ci vanno giù duri, ma fa parte degli inconvenienti del nostro mestiere.
Inoltre conosco Sigi da quando siamo nati, e posso garantire per lui: oltre ad essere indiscutibilmente un bel ragazzo, è un cavaliere formidabile, un uomo d'azione, un tipo in gamba, uno che sa sempre quello che vuole.
Seconda fase: ho fatto edificare un bel castello. Il Castello delle Rose. E' venuto proprio come volevo: i tecnici mi hanno detto che appena finito, già tutti gli innamorati del Reame l'hanno eletto a loro simbolo e i matrimoni sono aumentati tantissimo!
Terzo: ho mandato una missiva d'invito a Sigismondo. Poiché è quasi la Festa degli Innamorati, sto organizzando ivi un gran ricevimento. E in quell'occasione gli spiegherò. E faremo l'annuncio. E tutti saranno contenti, perché è proprio quello che tutti si aspettano. Due principi, belli e giovani che uniscono i propri destini. Perfetto.
Ero appunto a presenziare gli ultimi ritocchi dei giardinieri al tramonto, quando mi fu recapitata la risposta di Sigismondo.
"Ciao, Rospetta! Mi fa piacere sapere che tu sia sempre ricca da paura per poterti premettere un altro dei tuoi impressionanti castelli, ma mi spieghi cosa c'entro io con l'ultima delle tue follie? Lo sai che sono un guerriero, mi ci vedi ad annoiarmi in mezzo ai cespugli di rose? No tesoro, non se ne parla: adesso sono preso fino al collo con dei Norreni particolarmente puzzolenti. Perché invece di mandarmi inviti non mi mandi un migliaio di fanti? Devo ricordarti io cosa fare dei nostri noiosi villici, ovvero che sono da armare e far partire e non sprecare a piantare fiori? Fai la brava e vedi di non rammollirti! Magari ci vediamo a primavera, che a maggio la tua isola è fantastica per la caccia! Portati bene. E mandami le truppe! Sigi Infangato"
Dopo averla riletta un paio di volte, buttai la pergamena nella vasca del compost e mi diressi lentamente a piedi giù per la collina verso il castello.
Ormai si era fatto buio.
Come mi aveva insegnato la Regina mia madre quando suo marito il Re aveva sostituito tutti i tornei cavallereschi con gare di bocce quadre:
"Un buon matrimonio richiede spirito di adattamento." Ma quell'evenienza mi sembrava oltre. Persa nei miei pensieri, ormai ero arrivata all'abitato. Notai solo una casetta ancora illuminata.
Era quella di uno dei miei consiglieri, Cantor il Viaggiatore. Forse vi ho già parlato di lui. Cantor è giunto da noi solo un anno fa, ma è proprio bravo. Una persona intelligente e per bene: insieme abbiamo già realizzato diverse cose. E' il mio principale progettista. Bussai.
"Posso?"
"Maestà, prego, è un onore."
"Ancora sveglio a lavorare?"
"Stavo rispondendo ad un vivaista: lo ringraziavo per averci recapitato quella varietà di rosa che desideravate tanto." Me la mostrò, in una piccola scatola di legno: scarlatta e perfetta. Improvvisamente provai qualcosa di simile ad una grande tristezza. "Maestà, non vi sentite bene?"
"E' tutto a posto. Cantor ditemi: a voi piace il mio Castello?"
Lui sorrise.
"Maestà, vorrei che interpretaste la mia risposta nel verso giusto. Io sono un ingegnere di fortezze. Non avrei mai pensato di realizzare giardini. Ma ho imparato ad amare le vostre intenzioni, il vostro entusiasmo. Amo il vostro amore per il popolo. Amo le vostre idee."
"Amo il momento in cui abbiamo finito e il vostro viso si illumina sorridendo. Io amo...rendervi felice." Si interruppe imbarazzato, abbassando lo sguardo "Scusate, forse ho parlato troppo. Eravate venuta a dirmi qualcosa?"
"Volevo disdire l'inaugurazione, ma invece no. Anzi. Voglio farla invece e che voi, come sempre, mi aiutiate."
Fissandolo negli occhi, gli presi la mano.
"Pensavo che potremmo organizzare una grande sorpresa: io e voi, insieme. Magari non piacerà a tutti, ma poi la accetteranno, perché sarà proprio una gran bella sorpresa. Che ne dite?"
"Ne sarei sommamente lieto."
"Sì Cantor, perché le cose fatte bene a volte richiedono spirito di adattamento. Da parte di tutti."